Gli sviluppi del settore illuminotecnico: parola allo studio Emo Design
Pochi giorni fa abbiamo intervistato Carlo Ciciliot, socio fondatore dello studio di design industriale Emo Design per approfondire alcune sfaccettature del settore illuminotecnico dal punto di vista di un esperto di industrial design. Con lui abbiamo affrontato la centralità del tema della luce in progetti di design, che spaziano dall’illuminotecnica agli elettrodomestici.
Nello specifico, in questo articolo approfondiremo:
- Emo Design: un’overview dello studio di design industriale
- Gli sviluppi del settore illuminotecnico
- I progetti di Emo Design
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Emo Design: un’overview dello studio di design industriale
Buongiorno Carlo, prima di iniziare la nostra intervista, può raccontarci il tuo ruolo all’interno di Emo Design e fornirci qualche dettaglio sulla vostra realtà?
Ho fondato Emo Design nel 2008 assieme al mio socio Lukasz Bertoli e ad oggi ricopro il ruolo di Business Manager dell’azienda. La nostra è una realtà che si occupa di Industrial e Interaction design, quindi design di prodotto e design per l’interazione attraverso progetti di user experience.
Lavoriamo con due macro tipologie di clienti, che ci stimolano ogni volta ad affrontare progetti molto diversi tra loro e per questo, allo stesso tempo, sfidanti e accattivanti. Da un lato la medio-grande azienda italiana con la quale si instaura un approccio diretto, autentico e trasparente, un po’ come è avvenuto con ILVE per la linea Panoramagic. Dall’altro lato, grossi gruppi industriali in cui ci inseriamo come ingranaggio di un meccanismo più ampio, dove lavoriamo fianco a fianco con i design manager dell’azienda.
In quale ambito opera il vostro studio di design internazionale?
Lo studio è multi disciplinare e multi settoriale: si spazia dagli accessori per la persona, agli elettrodomestici e alle lampade, fino al machinery & transportation. La diversità è sempre stata un concetto distintivo per il nostro studio, sia dal punto di vista dei progetti sia per le tipologie di clienti, che differiscono per dimensione, cultura organizzativa e geografia: operiamo infatti in paesi molto diversi tra loro. La varietà ci caratterizza anche internamente: abbiamo un team di designer e professionisti internazionale, che si distingue per know-how e formazione (product, user experience e transportation designer).
Sulla base dell’esperienza del vostro studio, quali sono i cambiamenti del settore illuminotecnico di questi ultimi anni?
Abbiamo avuto modo di approcciarci al settore e al mondo dell’ illuminazione grazie ad alcuni nostri clienti. Abbiamo iniziato a sviluppare progetti che prevedevano l’integrazione della luce principalmente per due clienti specializzati in illuminazione urbana e pubblica. Siamo intervenuti, da un lato, andando a pulire le linee dei lampioni stradali e, dall’altro, cercando di esaltarne la classicità delle forme. Durante queste collaborazioni, la grande trasformazione che abbiamo visto lato illuminazione urbana, ma che va di pari passo con l’illuminazione residenziale e per elettrodomestici, è il LED. La componente luminosa a LED ha aperto tantissime opportunità al design ed è sicuramente diventata strategica nei progetti di illuminotecnica che abbiamo condotto.
Quali sono, secondo te, i trend di settore del momento?
Uno dei trend del momento riguarda la semplicità dei prodotti: si prediligono linee pulite e minimal che riescono ad integrare perfettamente la luce. Si tratta di un’illuminazione meno visibile, meno decorativa e più integrata nell’architettura stessa del prodotto. Un altro aspetto fondamentale, correlato a quanto detto, è la qualità della luce emanata che non deve risultare troppo forte o troppo tenue.
Design e illuminotecnica: quali aspetti innovativi si prospettano per il futuro?
Quello a cui stiamo assistendo è un utilizzo della componente luminosa sempre più dinamico: la luce diventa un elemento di personalità ed espressione del brand per come viene lavorata e integrata nel progetto di design. Questo si nota molto, per esempio, nel settore automotive, dove gli abitacoli dei veicoli vengono ridisegnati grazie alle luci, che in qualche modo esprimono una funzione sia di sicurezza sia di comfort. Sicuramente questi cambiamenti avranno luogo sempre più anche nelle abitazioni e negli uffici.
I progetti di Emo Design
Cosa c’è dietro la realizzazione di un progetto di design?
Le nostre creazioni si basano su una metodologia progettuale consolidata. Per un prodotto che va disegnato da zero, solitamente si parte da una prima fase di analisi e ricerca del mercato in cui opera l’azienda, dei prodotti che già esistono, delle tecnologie e dei materiali, per capire come andare a posizionarsi. Si passa poi a una fase creativa e a quella successiva di selezione delle soluzioni più opportune, che verranno modellate.
Dietro ai nostri progetti c’è sempre un senso profondo, non si tratta solo di estetica, cerchiamo di offrire ai nostri clienti degli oggetti che rispondano alle esigenze e alle funzionalità richieste.
Secondo te qual è il ruolo della luce in un progetto di design?
Innanzitutto, la luce è ancora una delle cose più importanti nel nostro mondo, per noi è fonte di grande ispirazione e opportunità, che deve però sposarsi col concept finale. La luce ha un duplice ruolo all’interno di un progetto di design: può essere un accessorio, oppure anche un driver fondamentale per lo sviluppo del lavoro. Dipende qual è la prerogativa e la tipologia di prodotto che si sta andando a disegnare. Per esempio, nel caso di ILVE, l’elemento luminoso è stato un ingrediente che si è deciso di aggiungere a completamento di tutta una serie di idee, su cui si strutturava quella specifica realizzazione.
Uno dei vostri progetti ha previsto la collaborazione con SLIM: si tratta della linea di cucine professionali domestiche Panoramagic di ILVE. Puoi raccontarci la realizzazione di un progetto di successo nel settore HoReCa?
Emo Design è stato chiamato in causa per un progetto di rilancio dell’azienda: volevano un prodotto che guardasse al passato e all’essenza professionale e all’uso domestico di ILVE, ma che allo stesso tempo esprimesse un rilancio del brand. Per la nuova linea di elettrodomestici freestanding Panoramagic abbiamo lavorato a una serie di elementi segnico simbolici. L’ergonomia della plancia da forno inclinata è un rimando al mondo delle cucine professionali; le griglie in ghisa a forma esagonale del piano cottura richiamano il logo dell’azienda. Infine, la tipologia di manopola, per l’accensione dei fuochi, inserita con un sistema di retroilluminazione, è contemporanea.
A completare quest’idea di looking forward e di tecnologia è stata appunto introdotta, con la collaborazione di SLIM, una retroilluminazione delle manopole, fortemente voluta per dare un tocco finale di hi-tech. Si tratta di un’illuminazione classica a livello di caratteristiche e funzionalità, ma estremamente moderna. Il backlight sulle manopole con RGB serve per segnalare che il piano cottura è acceso e in funzione, mentre la luce di tutto il monoblocco può anche essere utilizzata come illuminazione ambientale.
Qual è, secondo te, il valore aggiunto della retroilluminazione fornita da SLIM?
Noi volevamo collaborare con un fornitore che potesse realizzare una luce di qualità per la retroilluminazione: senza spotlight, con un’intensità appropriata e continua su tutto il perimetro. La soluzione che ci è stata fornita rispecchiava pienamente le nostre necessità. Penso dunque che il valore aggiunto in questo caso si possa definire nel rispetto delle caratteristiche di progettazione sia di SLIM sia lato nostro di designer.
Ringraziamo Carlo Ciciliot per il suo prezioso contributo.
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